| L' A., richiamandosi all' enciclica Laborem Exercens, mette in
risalto la parte quinta di essa, che considera la spiritualita' del
lavoro. La societa' nel suo complesso, sostiene l' A., aumenta l'
avere attraverso il lavoro dei suoi membri, pero' a scapito dei
valori che costituiscono la loro umanita': soprattutto a scapito
della loro dimensione piu' profonda, cioe' la dimensione che li apre
sul trascendente e quindi sull' infinito Iddio. La dignita' del
lavoro, invece, e' riposta nella collaborazione tra uomo e Dio in
quanto, quando lavora, l' uomo e' chiamato ad imitare Dio. "L' uomo,
creato ad immagine di Dio, mediante il suo lavoro partecipa all'
opera del Creatore ed a misura della propria possibilita', in un
certo senso, continua a svilupparla e la continua" (Laborem Exercens,
n. 25). Col lavoro che e' anche fatica e sofferenza, si instaura un
rapporto di collaborazione all' azione redentrice del Salvatore,
Gesu' Cristo, in quanto continuazione della sua sofferenza. Ogni
cristiano, quindi, sia consapevole della dignita' e grandezza di
essere inserito nel Cristo mediante il lavoro.
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