| Rilevate alcune costanti dell' enciclica Laborem Exercens, come la
dignita' dell' uomo e del suo lavoro, la liberta' che consiste nella
priorita' della persona sulle cose, l' uomo concreto, cioe' la
condizione concreta ed attuale degli uomini del lavoro, i diritti e i
doveri nel senso che il lavoro e' un dovere ma anche sorgente di
diritti da parte del lavoratore, l' A. affronta la questione
riguardante il lavoro, cioe' il rapporto lavoro-capitale. Rilevato l'
intervento costante della Chiesa, teso a salvaguardare la "dignita'
dell' uomo" e la sua integrita' di persona nel rapporto tra capitale
e lavoro in ogni sistema, l' A. sostiene che l' enciclica Laborem
Exercens affronta il problema con concetti adatti ai tempi nuovi
senza staccarsi dalla dottrina tradizionale. Enuclea e sviluppa
quattro punti di riferimento per una soluzione del conflitto tra il
"mondo del capitale" e il "mondo del lavoro": "anche se unito con la
fatica e con lo sforzo, il lavoro non cessa di essere un bene";
priorita' del lavoro nei confronti del capitale; "non si puo'
separare il capitale dal lavoro, e.... in nessun modo si puo'
contrapporre il lavoro al capitale ne' il capitale al lavoro, ne'
ancor meno... gli uomini concreti che sono dietro a questi concetti";
il primato della persona sulle cose, che l' economicismo moderno in
pratica nega. L' A. conclude con due osservazioni: l' accentuazione
del valore della persona al di sopra di ogni realta' creata e quindi
"nel processo del lavoro l' uomo deve apparire come corresponsabile e
co-artefice"; la distinzione tra "datore di lavoro diretto" e "datore
di lavoro indiretto".
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