| Il Protection of Trading Interests Act 1980, e' una legge del
Parlamento britannico con la quale si e' cercato di porre un freno
alla prassi di alcune Corti statunitensi, in applicazione dello
Sherman Act, consistente nell' affermare la propria giurisdizione
rispetto a societa' non-americane nel settore antitrust. Tale prassi
delle Corti statunitensi, iniziata negli anni quaranta, ha
determinato delle reazioni da parte di Corti inglesi, culminata con
il caso Rio Tinto Zinc nel quale la House of Lords si e' pronunciata
sull' inammissibilita' di alcune richieste della Corte di Richmond
per fini di "antitrust investigation", in quanto in violazione della
sovranita' del Regno Unito e delle norme di diritto internazionale
relativo ai limiti della giurisdizione dello Stato. In due recenti
casi la Court of Appeal ha enunciato in via di principio un
orientamento piu' moderato che pero' non e' stato ancora sufficiente
a negare la giurisdizione di una Corte statunitense in qualche caso
concreto. La legge consta di 8 articoli e puo' forse essere distinta
in tre parti essenziali. Nella prima si prescrive l' obbligo, qualora
siano coinvolti interessi commerciali del Regno Unito, di non
conformarsi agli ordini di corti straniere e di non produrre
documenti richiesti da queste. In secondo luogo si stabilisce che
nessuna Corte britannica riconoscera' o dara' esecuzione ad una
sentenza emanata da una Corte straniera qualora si tratti di una
sentenza per danni multipli oppure basata su una normativa ordinata a
regolare la libera concorrenza. Infine, con una disposizione che ha
suscitato aspre critiche, si e' stabilito che alcuni soggetti, nei
confronti dei quali una Corte straniera abbia pronunciato una
sentenza per danni multipli, possano instaurare un' azione in una
Corte del Regno Unito al fine di recuperare dal vincitore della causa
di fronte alla Corte straniera quella parte di danni, eccedente il
risarcimento, che sia stata moltiplicata.
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