| Il presente saggio, in cui l' A. stende alcune note ricostruttive
relative al difficile biennio 1976-1978, e', come avverte l' A.
stesso, il risultato di alcune verifiche sulla evoluzione dei
rapporti politico - istituzionali del momento, a causa dell'
anticipata fine della VII legislatura. Le riflessioni che l' A.
svolge hanno come primo obiettivo la centralita', l' interpretazione
cioe' dei rapporti che legano fra loro il Parlamento, Governo e
partiti. Svolge quindi alcune considerazioni sull' equilibrio
istituzionale e l' assemblarismo, con particolare riferimento alla
nostra Costituzione, alla vitalita' o meno di essa dopo un trentennio
dalla sua entrata in vigore, sottoscrivendo l' opinione che "la
costituzione non e' che lo schema fondamentale, lo scheletro della
vivente realta' politico-costituzionale, e che la piu' fine sostanza
di questa, la carne viva di questa realta', e' l' insieme delle
regole convenzionali fondato sull' accordo tacito tra le principali
forze politiche, mutevoli con esse tanto profondamente quanto lo
schema generale e le trame cosi' larghe della Costituzione formale lo
consentono". Non ritiene pero' di condividerre la tesi che voglia
strumentalizzare il particolare clima di ampie intese parlamentari
come trampolino per tendere alla nuova fase costituente, magari solo
di carattere materiale, di una voluta rifondazione totale dello
Stato, ovvero di transizione ad una seconda Repubblica. Conclude
richiamando i contributi e le tendenze della piu' recente letteratura
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