| Attraverso una ricognizione storica del servizio sanitario nazionale,
l' autore perviene all' attuale organizzazione basata sul
decentramento locale. Dopo aver ricostruito con uno schema la
struttura sanitaria locale, rileva che lo strumento operativo
basilare che eroga l' assistenza e' l' U.S.L.. Osserva poi che l'
articolazione effettuata dalla riforma e' data dalle U.U.S.S.L.L. e
dal distretto e tra questi due poli sono inserite tecniche di secondo
livello. L' U.S.L., che manca di personalita' giuridica, e'
amministrata da una assemblea e da un comitato di gestione. La
struttura di base e' il distretto il quale assicura le prestazioni di
prevenzione primaria, secondaria e terziaria. Il distretto non ha
funzioni amministrative e non eroga prestazioni di seconda istanza
che sono invece rese dalle strutture di secondo livello come l'
ospedale. Secondo l' autore i punti innovativi della riforma sono
dati innanzitutto dalla riunione, in un unica struttura locale, dell'
assistenza preventiva, curativa e riabilitativa. Vi e' poi la
valorizzazione del territorio e la partecipazione della popolazione
che in esso agisce. Su quest' ultimo concetto l' autore esprime pero'
qualche riserva poiche' non vi puo' essere partecipazione senza
uguaglianza e l' uguaglianza non e' sempre una realta' effettiva nel
nostro ordinamento. A giudizio dell' autore i punti negativi della
riforma sono dati dalla scelta di un modello unico di U.S.L. con
conseguente disparita' di trattamento tra Regione e Regione. Mette in
rilievo poi che, la riunificazione in un unico organismo di qualsiasi
attivita' sanitaria, ha un risvolto negativo poiche' confonde la
sanita' come vigilanza con l' assistenza. Non e' difficile ipotizzare
inoltre un peggioramento delle strutture ospedaliere per ragioni di
bilancio. Poiche' la legge non prevede organi intermedi di
coordinamento, possono verificarsi problemi in ipotesi di
provvedimenti adottati solamente da taluni Sindaci, nel caso di
U.S.L. in cui siano compresi piu' Comuni. Questi ed altri
inconvenientisecondo l' A. si sono gia' verificati. Per rendere piu'
funzionale il servizio sanitario ed evitare che una cattiva
formulazione della legge renda inoperante la riforma, l' autore
prospetta alcune modifiche alla nuova organizzazione. E' necessario
innanzitutto attribuire la personalita' giuridica alle U.U.S.S.L.L. e
istituire un organo di collegamento nel territorio regionale. Infine
e' opportuno riconoscere al coordinatore sanitario un' effettiva
capacita' d' intervento in tutti i settori, capacita' che invece non
emerge dalla legge di riforma.
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