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| IDG821200215 | |
| 82.12.00215 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Gracili Rino
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| Partecipazioni comunali: realta' e prospettive
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| Foro amm., an. 57 (1981), fasc. 9-10, pt. 1, pag. 1866-1872
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| (Bibliografia: a fine articolo o capitolo)
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| D18135; D18105; D1421
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| Partendo dall' esame della crisi del settore delle partecipazioni
statali, l' A. si chiede se la crisi investa anche le partecipazioni
comunali e quali prospettive di rilancio o di espansione queste
abbiano. Dopo un' analisi delle somiglianze e delle dissomiglianze
tra i due fenomeni e l' individuazione del ruolo dell' azionariato
comunale, prevalentemente incentrato sulla gestione dei pubblici
servizi, l' A. non ravvisa particolari segni di crisi nelle
partecipazioni comunali. E' piuttosto l' area dei servizi pubblici
che subisce oggi una sua crisi, legata alla disponibilita' di risorse
di finanza pubblica per servizi sociali e soprattutto di risorse di
finanza locale. La crisi del "Welfare State" rende tutt' altro che
scontata la previsione di un' espansione dell' azionarato comunale in
settori nuovi perche' non e' piu' cosi' scontata la espansione dell'
intervento pubblico nei servizi sociali. L' A. individua in quattro
filoni di intervento i possibili o probabili o eventuali "rilanci"
delle partecipazioni comunali: a) nel campo degli interventi comunali
sul territorio, per la gestione dei piani e dei programmi; b) sul
piano intercomunale o consortile, con riferimento alle dimensioni
ottimali dei "bacini di servizio o di utenza"; c) per iniziative di
incentivazione industriale e turistica, di grande intermediazione
commerciale, di costruzione e gestione di grandi infrastrutture; d)
per l' "aggiramento" delle disposizioni statali in tema di nuove
aziende municipalizzate. Contemporaneamente l' A. pone in guardia
contro alcuni possibii rischi: l' effettivita' del controllo dell'
ente sull' Azienda, cioe' di come e quando l' ente riesca a conoscere
a guidare cio' che fa l' azienda; una tendenza verso grandi opere
pubbliche inutili o meno urgenti rispetto agli interventi piu'
tradizionali, ma meno redditizi; una rincorsa del puro mito dell'
efficienza, senza un' attenta considerazione delle priorita' di
risposte alla domanda sociale.
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| Centro diretto da E. D'Elia - IDG Firenze
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