| La requisitoria, dopo i dati essenziali del rendiconto (entrate L.
4.232 miliardi, spese L. 3.909 miliardi), critica l' imponente massa
dei residui (circa 2.300 miliardi), sintomo di lentezza nell'
erogazione della spesa, testimoniata anche dall' elevata mole delle
giacenze di cassa, sollecitando un incremento delle spese per
investimenti. Viene poi rilevata la mancata approvazione del piano di
sviluppo economico-sociale e la mancata elaborazione di programmi per
le singole leggi di spesa. Osservazioni vengono formulate sulla
gestione di vari Assessorati: ritardi nell' indennizzo di gare d'
appalto e nella consegna dei lavori, lentezza nel loro svolgimento e
lievitazione dei costi, specie per la costruzione di dighe, opere
inutili finche' non completate; mancata esecuzione di gran parte
degli interventi previsti nel programma dei lavori di conservazione e
restauro di edifici monumentali. Quanto alla gestione del territorio,
viene sottolineata l' importazione dell' attivita' di prevenzione e
repressione dei danni ecologici, del cui carattere patrimoniale non
dovrebbe piu' dubitarsi; vengono ricordate le indagini, promosse
dalla P.G. della Corte dei conti, volte al censimento, alla
prevenzione e repressione di danni ecologici, con particolare
riguardo a quelle nella fascia demaniale marittima e sull'
inquinamento marino ed atmosferico. Viene auspicato un potenziamento
dei servizi ispettivi dei vari rami dell' Amministrazione, specie di
quelli che corrispondono contributi, per consentire l' adozione di
sanzioni nei casi di abusi. Critiche vengono mosse nella gestione
degli enti economici; le ingenti somme (386 miliardi e mezzo) loro
erogate non hanno dato apprezzabili risultati, permanendo la
situazione di dissesto, la sottoutilizzazione del personale, l'
insufficienza di investimenti produttivi.
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