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143357
IDG820200121
82.02.00121 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Chiodi Luigi
Eresia protestante a Bergamo nella prima meta' del '500 e il vescovo Vittore Soranzo. Appunti per una riconsiderazione storica
Riv. st. Chiesa It., an. 35 (1981), fasc. 2, pag. 456-485
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
S718; D92523
L' A., riprendendo precedenti studi sull' argomento, dei quali rileva la fragile base documentaria, considera sulla base di piu' ampi documenti tre settori del problema: diffusione dell' eresia a Bergamo; politica di Venezia e di Bergamo verso gli eretici; il vescovo Vittore Soranzo. Quanto alla diffusione dell' eresia a Bergamo e' da ritenersi cosa di poco conto: dieci processi documentati tra il 1527 e il 1555. Le persecuzioni antiereticali di Venezia, e Bergamo, erano rivolte contro la propaganda e la stampa piu' che contro il fatto personale privato. Riguardo al vescovo Vittore Soranzo, accusato di eresia, sottoposto a due processi a Roma e condannato solo la seconda volta in contumacia, l' A. ritiene, sulla base dei documenti consultati, che risulti assai dubbia la colpevolezza del prelato, del resto sempre difeso dalla citta' di Bergamo. Accusato di detenere libri eretici, lui stesso lo ammise; ma era normale che vescovi, cardinali e persone colte si documentassero per favorire il pentimento degli eretici. Accusato di scegliere predicatori di idee troppe aperte, l' accusatore era tuttavia un frate al quale il vescovo aveva impedito di predicare nella citta'. Accusato dalle monache di Bergamo, a queste stesse religiose egli aveva imposto una riforma dei costumi, male accettata, ma resa necessaria dalla decadenza morale che caratterizzava la vita conventuale dei monasteri femminili della citta'.
Ist. storia del diritto - Univ. MI PV



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