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143597
IDG820900219
82.09.00219 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Cozzella Alberto
Sull' incidenza della carcerazione sulla recidiva
Giust. pen., an. 87 (1982), fasc. 1, pt. 2, pag. 55-63
(Bibliografia: a fine articolo o capitolo)
D50230; D59; D673
Per i soggetti che sono incorsi in reati, esistono le stesse probabilita', da un punto di vista statistico, di ricadere in condotta delittuosa, sia che siano rimasti in liberta', sia che siano stati rinchiusi in carcere. In particolare, la detenzione in carcere esercita un' influenza negativa, inducente alla recidiva, sotto molteplici punti di vista, vuoi per la deleteria esperienza carceraria in se', vuoi per il piu' arduo reinserimento nella vita sociale una volta venuta meno la detenzione. Analogamente l' applicazione delle misure di prevenzione (l. 1423/1956), e particolarmente la sospensione della patente, che puo' essere comminata a chi sia stato diffidato ai sensi della legge citata, rende spesso inevitabile la commissione di nuovi reati. Un' indagine statistica condotta dall' A. conferma queste conclusioni, ed inoltre rileva che la permanenza in carcere accentua nell' ex detenuto una particolare condotta antisociale, concretantesi in un' ostilita' verso le varie forme di autorita', il che induce alla commissione di particolari reati, come l' oltraggio o la resistenza a pubblico ufficiale o a violazioni del codice penale militare.
art. 99 c.p. art. 100 c.p. art. 133 c.p. art. 3 Cost. art. 13 Cost. art. 25 Cost. art. 27 Cost. art. 1 l. 27 dicembre 1956, n. 1423 art. 91 d.p.r. 15 giugno 1959, n. 393 C. Cost. 25 maggio 1970, n. 76 l. 7 giugno 1974, n. 220
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