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Documento


143603
IDG820600740
82.06.00740 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Boyer Alberto
Discriminazione tra le banche e la CEE
conferenza tenuta sotto il patrocinio dell' Associazione nazionale aziende ordinarie di credito tenuta il 15 dicembre 1981
Banca borsa tit. cred., an. 44 (1981), fasc. 4, pt. 1, pag. 397-413
D87122; D18124; D8701
L' A. prende lo spunto dalla opportunita' del tema generale scelto per il ciclo di conferenze patrocinato dalla Associazione Nazionale Aziende Ordinarie di Credito per evidenziarne taluni importanti mutamenti di struttura avvenuti nel mondo della banca. Il discorso sfocia cosi' sulla realta' odierna che da un lato non vede profilarsi lo svincolo dei pesanti oneri che gravano sugli impieghi mentre dall' altro lascia intravvedere un quadro di riferimento meno vasto circa la raccolta, ragion per cui l' attenzione delle banche non poteva non essere stimolata alla ricerca di fonti di reddito complementari: servizi, parabancario e internazionalizzazione. L' esposizione si sofferma a questo punto sul processo di internazionalizzazione del sistema bancario italiano e pone in evidenza come, con particolare riferimento anche alla Prima Direttiva CEE sull' accesso all' attivita' bancaria, le banche italiane risultano spiazzate rispetto alle favorevoli condizioni normative ed obiettive che le banche straniere possono trovare in Italia. Da qui la necessita' per una effettiva reciprocita' di trattamento che l' azione armonizzatrice del legislatore comunitario e/o nazionale non si limiti alle sole condizioni preliminari per accedere all' attivita' bancaria, ma si estenda anche a quelle condizioni che governano l' area della operativita' delle filiali di banche estere nei rispettivi paesi ospitanti. Un altro caso in cui le direttive di armonizzazione comunitaria a confronto con la realta' italiana vedono venir meno il loro obiettivo di realizzare la parita' delle "chances" concorrenziali e di immagine per le banche italiane, si ritrova nel progetto di direttiva sulla armonizzazione dei bilanci bancari che, costituendo un "minimo" per gli Stati Membri espone gli enti creditizi italiani alla prospettiva di un trattamento piu' severo rispetto a quello che verra' riservato alle altre banche della Comunita'.
Ist. per la documentazione giuridica - Firenze



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