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143744
IDG820600369
82.06.00369 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Borghese Sofo
Sull' amministrazione della giustizia nell' anno 1981
relazione del procuratore generale presso la Corte di Cassazione alla cerimonia di inaugurazione dell' anno giudiziario 1982 tenutasi in Campidoglio, Roma, 7 gennaio 1982
Foro it., vol. 105, an. 107 (1982), fasc. 1, pt. 5, pag. 21-28
D02302; D04015; D683
Premesse alcune considerazioni circa le consuete formule dei "discorsi inaugurali", il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione nella sua relazione alla cerimonia inaugurale dell' anno giudiziario accenna al lavoro svolto dai magistrati nell' anno decorso, passando poi ad occuparsi di alcuni argomenti che ritiene "ci tocchino piu' da vicino e sono presupposto di buono, o meno nuono, funzionamento dell' apparato giudiziario e della giustizia in genere", avvertendo che non ne parlera' in modo sistematico, ma frammentariamente per sommi capi. Illustra in primo luogo il problema dell' indipendenza del magistrato, "la maggiore garanzia di giustizia per il cittadino e di liberta' per ogni popolo democratico". In secondo luogo, accenna al problema relativo al recupero dei magistrati distaccati presso uffici non giudiziari ed a quello della "revisione" delle circoscrizioni giudiziarie. Altro argomento su cui ritiene intrattenersi e' il terrorismo: attivita' distruttiva, organizzata industrialmente, con cospicui finanziamenti. Ritiene che si tratta di un fenomeno che deve considerarsi sotto due aspetti: obiettivamente, come si presenta; e immerso nel contesto storico in cui si sviluppa o agisce; il primo aspetto riguarda il presente; il secondo riguarda il passato, in quanto ne ricerca le cause, e l' avvenire, poiche' ne studia e ne propone i rimedi. Circa i rimedi sintomatici e provvisori ritiene che alcuni riguardino la magistratura; tra questi la concentrazione in una sola sede (che pero' non dovrebbe essere la capitale) dei relativi giudizi; altro rimedio e' il potenziamento e coordinamento delle forze di polizia. Conclude affermando che e' tempo di agire, di operare, ciascuno al proprio posto e secondo i propri doveri; di agire perche' molte cose, finalmente, cambino: in meglio, si intende.
Ist. per la documentazione giuridica - Firenze



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