| Premesse alcune considerazioni circa le consuete formule dei
"discorsi inaugurali", il Procuratore Generale presso la Corte di
Cassazione nella sua relazione alla cerimonia inaugurale dell' anno
giudiziario accenna al lavoro svolto dai magistrati nell' anno
decorso, passando poi ad occuparsi di alcuni argomenti che ritiene
"ci tocchino piu' da vicino e sono presupposto di buono, o meno
nuono, funzionamento dell' apparato giudiziario e della giustizia in
genere", avvertendo che non ne parlera' in modo sistematico, ma
frammentariamente per sommi capi. Illustra in primo luogo il problema
dell' indipendenza del magistrato, "la maggiore garanzia di giustizia
per il cittadino e di liberta' per ogni popolo democratico". In
secondo luogo, accenna al problema relativo al recupero dei
magistrati distaccati presso uffici non giudiziari ed a quello della
"revisione" delle circoscrizioni giudiziarie. Altro argomento su cui
ritiene intrattenersi e' il terrorismo: attivita' distruttiva,
organizzata industrialmente, con cospicui finanziamenti. Ritiene che
si tratta di un fenomeno che deve considerarsi sotto due aspetti:
obiettivamente, come si presenta; e immerso nel contesto storico in
cui si sviluppa o agisce; il primo aspetto riguarda il presente; il
secondo riguarda il passato, in quanto ne ricerca le cause, e l'
avvenire, poiche' ne studia e ne propone i rimedi. Circa i rimedi
sintomatici e provvisori ritiene che alcuni riguardino la
magistratura; tra questi la concentrazione in una sola sede (che
pero' non dovrebbe essere la capitale) dei relativi giudizi; altro
rimedio e' il potenziamento e coordinamento delle forze di polizia.
Conclude affermando che e' tempo di agire, di operare, ciascuno al
proprio posto e secondo i propri doveri; di agire perche' molte cose,
finalmente, cambino: in meglio, si intende.
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