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144008
IDG820400116
82.04.00116 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Ripepe Eugenio
Intellettuali, classe-politica e consenso nel pensiero di Gaetano Mosca
Politico, an. 46 (1981), fasc. 4, pag. 549-568
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
F321; F420
La scarsa precisione terminologica, che e' una costante nel lavoro del Mosca, attualmente e' considerata anche una insufficiente elaborazione concettuale, come provato dal fatto che la nozione di classe politica, quella del consenso, o formula politica, e quella di intellettuali comprendono almeno due distinti significati. Un' altra causa di ambiguita' e' quella connessa con la dualita' delle prospettive nelle quali il Mosca si pone: una come sociologo politico e l' altro come sociologo delle classi. Cio' si riflette nell' ondeggiare fra una concezione sociale dicotomica (classe dirigente-classe diretta) e una tricotomica (classe superiore-classe media-classe inferiore) e nella conseguente confusa distinzione fra classe media e politica da un lato, e fra classe media e classe superiore alla media dall' altro. L' elevazione dell' "intellighenzia" a classe dirigente, in ogni caso, non e' in contraddizione con il principio secondo il quale la classe dirigente e' sempre formata da soggetti che hanno attitudine a governare, cosi' come l' attitudine a governare si distingue dalle "necessarie attitudini a governare bene". La scelta in favore di una classe dirigente dotata di "necessarie attitudini a governare bene" aveva un fondamento etico piuttosto che politico. La corrispondenza fra meriti sociali e gerarchie politiche, infatti, e' conforme alla richiesta di giustizia intorno alla quale puo' formarsi il consenso generale ritenuto dal Mosca necessario per qualsiasi corpo politico. Da questo punto di vista si deve specificare che Mosca non intende il consenso semplicemente come accettazione dell' autorita' costituita da parte del popolo, ma anche come un minimo etico che e' la base morale di unione di ogni societa'. Riguardo a questo, si deve dire che il ruolo degli intellettuali (indicati non come "intellighenzia", ma come una ristretta elite a cui e' affidato il progresso culturale) non si riduce, secondo Mosca, a quello di consiglieri del principe. Poiche' dagli intellettuali, in questo senso ristretto, dipende anche il progresso morale e la protezione dei valori comuni, sembra che ad essi sia stato affidato il compito di salvaguardare l' esistenza di una societa'.
Centro diretto da G. Taddei Elmi - IDG Firenze



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