| 144626 | |
| IDG831000182 | |
| 83.10.00182 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
| |
| Casaccia Mario
| |
| La nullita' "in re ipsa" della legge valutaria italiana
| |
| | |
| | |
| | |
| | |
| | |
| Comm. trib. centr., an. 13 (1981), fasc. 11, pt. 2, pag. 1453-1455
| |
| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo; a fine
articolo o capitolo)
| |
| D87009; D8714; D00020; D18121; D538; D537
| |
| | |
| | |
| | |
| | |
| L' A. ricorda che negli anni '70 si e' consolidato il principio
secondo cui le norme di diritto comunitario, essendo dotate di
efficacia diretta nel diritto interno, prevalgono sulla legge interna
(anche posteriore). Tale effettivita' del diritto comunitario nell'
ordinamento interno pone peraltro il problema del valore giuridico
delle norme interne confliggenti con norme comunitarie, risolto dalla
Corte di Cassazione nei termini di un' alternativa tra la nullita'
dell' atto legislativo interno e la sua illegittimita'
costituzionale. Secondo l' A. si tratta di questione non di
incostituzionalita', ma di disapplicazione da parte del giudice delle
norme interne devianti rispetto a quelle comunitarie, da risolvere
tenendo presente la tesi dottrinale secondo cui l' eventuale
applicazione della legge confliggente con il diritto comunitario
contrasta insanabilmente con l' appartenenza dello Stato alla CEE. Il
conflitto tra la normativa valutaria italiana recata dalla legge n.
159 del 1976 e l' art. 67 del Trattato CEE statuente il principio
della libera circolazione dei capitali va risolto secondo l' A. alla
stregua dei criteri suesposti, applicando cioe' il principio
comunitario e disapplicando la legge valutaria interna. Una sentenza
disapplicativa in tal senso opererebbe peraltro con efficacia
limitata alle parti in causa, mentre una declaratoria di nullita'
della Corte Costituzionale avrebbe efficacia "erga omnes". L'
introduzione di restrizioni al movimento dei capitali perde in Italia
il carattere transitorio consentito in sede comunitaria e viola
pertanto il Trattato CEE, provocando nel contempo danni all' economia
nazionale. Nel ribadire che sotto il profilo strettamente giuridico
il giudice nazionale ha il potere-dovere di disapplicare la legge
valutaria italiana, l' A. osserva conclusivamente che dal punto di
vista della politica economica lo strumento delle restrizioni
valutarie appare erroneo e comunque inidoneo a risanare l' economia e
contenerne gli aspetti inflattivi e recessivi.
| |
| l. 30 aprile 1976, n. 159
d.l. 6 giugno 1956, n. 476
art. 11 Cost.
art. 67 Tr. CEE
| |
| Ist. dir. tributario - Univ. GE
| |