| Pur riconoscendo la sostanziale validita' della Costituzione
repubblicana, specialmente sotto il profilo "garantistico", l' A.
rileva alcune "zone d' ombra" sotto il profilo dell' "efficienza",
sulle quali concentra la sua attenzione critica. Una di queste zone
e' vista nel sistema bicamerale, non tanto nel bicameralismo, quanto
nell' impianto che si articola in due rami rigorosamente
equiordinati. Ritiene opportuna una riforma che realizzi ad un tempo
un radicale sfoltimento delle Assemblee, con la drastica riduzione
dei componenti, ed una "specializzazione funzionale" di ciascuna
Camera. Per quanto riguarda il Presidente della Repubblica, l' A.
ritiene opportuna l' introduzione del divieto di rielezione e l'
abolizione del "semestre bianco". Respinge l' ipotesi di una
riduzione del mandato presidenziale. Il punto, pero', piu' debole e'
rappresentato dal Governo. E' urgente approvare la legge sulla
Presidenza del Consiglio in attuazione dell' art. 95 comma 3 della
Costituzione e intervenire sia sul numero dei ministri che dei
sottosegretari. Occorrerebbe, poi, una riforma del CNEL e si
renderebbe opportuno uno sdoppiamento della Corte Costituzionale in
due sezioni, in modo da rendere piu' rapida nei tempi la soluzione
delle questioni di legittimita'. Inoltre la giurisdizione penale per
i reati ministeriali andrebbe attribuita al magistrato ordinario. La
Corte Costituzionale dovrebbe conservare le funzioni di giudice
penale soltanto nell' ipotesi di altro tradimento e di attentato alla
Costituzione del Capo dello Stato.
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