| L' A. sviluppa alcune riflessioni sulle prospettive del diritto del
lavoro negli anni '80, tenendo presente non solo il quadro normativo,
le sue eventuali contraddizioni e le possibili modifiche, ma anche i
rapporti dell' intero sistema delle relazioni industriali col sistema
economico e politico. Sostiene che l' ostacolo maggiore alla
capacita' di adattamento del nostro sistema giuslavoristico siano
riscontrabili nelle parti "vecchie" dell' ordinamento piuttosto che
nella disciplina garantistica recente culminata nello Statuto dei
lavoratori. Ritiene, tra l' altro, che questo tipo di normativa
garantistica "elementare" sia la meno adatta a "riduzioni", ancorche'
contrattate. Tuttavia, essendo le garanzie legislative, anche se
fondamentali, insufficienti a risolvere i problemi del lavoro nella
crisi, occorre verificare gli "oggetti" per i quali e' possibile, e
con quali garanzie, sostituire o integrare i tradizionali modelli di
tutela. Le prospettive del diritto del lavoro devono tener conto
della possibile evoluzione del sistema di relazioni industriali in
senso lato, cioe' comprensivo dei rapporti tra parti sociali e Stato.
Verso forme, cioe', di "pluralismo organizzato" o verso un sistema
caratterizzato da tratti neocorporativi. Sono improbabili ipotesi
neoliberiste in senso proprio.
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