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144794
IDG830600778
83.06.00778 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Vaccarella Romano
Le S.U. e l' esecutorieta' della sentenza di condanna in appello
Dir. lav., an. 56 (1982), fasc. 6, pt. 1, pag. 471-480
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
D4170; D42125
L' A. coglie l' occasione offertagli da due sentenze del Supremo Collegio, in tema di esecutorieta' della sentenza di condanna in appello, per manifestare il suo dissenso avverso tali decisioni che propugnano la inidoneita' della sentenza di condanna di appello per conseguire le restituzioni alle quali il giudice d' appello abbia condannato il vincitore in primo grado. L' A. non accetta la cornice sistematica in cui e' inserita la sentenza, perche' ritiene profondamente errato e ingiusto, cosi' come hanno fatto le Sezioni Unite esaminare, gli istituti processualistici sul presupposto del "lavoratore che ha ragione". Rendere irreversibili gli effetti della pronuncia di primo grado, anche quando per sua natura e' reversibile, renderebbe il giudizio di impugnazione una indagine sul fatto storico della lite e non invece un riesame del precedente giudicato. Concludendo, solo la sentenza passata in giudicato e' idonea a rendere la decisione irreversibile, e niente deve autorizzare a costruire labili certezze.
art. 336 c.p.c. art. 337 c.p.c. Cass. 12 aprile 1980, n. 2348 Cass. 15 luglio 1980, n. 4563
Ist. per la documentazione giuridica - Firenze



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