| Il giurista di formazione positivistica, quello di formazione
marxista e la gente comune ritengono che compito del giudice sia di
attuare coattivamente la giustizia, cioe' di dichiarare cio' che e'
giusto e di rendere efficace la dichiarazione mediante l' uso della
forza di cui dispone. Se, pero', si considera la contradditorieta'
dell' umana esistenza, sospesa tra l' aspirazione alla pace frutto
della giustizia e la capacita' di realizzare solo una pace frutto
della forza, ci si convincera' che compito specifico del giudice non
e' ne' di attuare la prima perche' ne e' incapace, ne' di adattarsi
ad attuare solo la seconda perche' troppo in contrasto con la sua
aspirazione. Data la contraddittorieta' sopra accennata, compito del
giudice non puo' essere che quello di attuare una pace forzata e di
giustificarla poi con motivazioni attinenti alla giustizia. Facendo
propria l' espressione di Pascal, che sta al fondo di questa
riflessione, si potrebbe dire che compito del giudice non e', come
credono i giuristi e la gente comune, di rendere forte la giustizia,
ma di giustificare la forza. Come mai i giuristi si accomunano alla
gente comune nel credere che compito del giudice sia di rendere forte
la giustizia, cioe' di realizzare una pace frutto della giustizia? La
risposta sta nel tipo di lavoro da essi svolto che deve corrispondere
alle attese della gente comune e non a quella della conoscenza
critica della realta'.
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