| Il saggio si propone di dimostrare che le cosi' dette figure
sintomatiche dell' eccesso di potere non sono ipotesi sostanziali di
vizio dell' atto amministrativo, bensi' indizi processuali di uno
scorretto uso del potere discrezionale. Ben netta e', dunque, la
distinzione tra figure sintomatiche e sviamento di potere, che e' in
realta' ipotesi di vizio sostanziale riconducibile alternativamente a
casi di illegittimita' in senso stretto ovvero di vizi di merito. Per
quanto specificamente concerne le figure sintomatiche, la critica
della loro nozione sostanzialistica viene condotta attraverso la
disaggregazione del concetto di funzione amministrativa e l' analisi
degli effetti dell' atto, in ipotesi caratterizzato da tali figure,
nella fattispecie di reato (e, dunque, nel processo penale),
mettendosi in evidenza la inaccettabilita' delle conclusioni
emergenti dalla teoria criticata. In definitiva, il valore indiziario
delle figure viene fatto discendere dalla violazione della cosi'
detta normazione interna; con l' ulteriore conclusione che le
risultanze delle figure sintomatiche ammettano la possibilita' della
prova contraria, da fornire nel corso del giudizio.
| |