| Lo studio traccia in premessa un quadro di sintesi delle recenti
iniziative di riforma del sistema delle partecipazioni statali
(proposte dalla Commissione presieduta dal prof. Giuliano Amato,
disegni di legge ministeriali). Primo assunto dell' A. e' che alcune
soluzioni di riforma non sono in realta' innovative; cosi', in
particolare, il carattere di "imprenditorialita'" delle aziende, in
quanto inteso come autosufficienza della gestione, si identifica con
il "criterio di economicita'" gia' sancito dalla legge, secondo
versione interpretativa costantemente affermata nella sede del
controllo; le versioni riduttive (economicita' "globale", "dinamica
sociale", contemperata dagli "oneri impropri") si sono diffuse in
rispondenza alle istanze predominanti nelle diverse sedi del pubblico
potere, interessate a superare l' impaccio di una gestione realmente
"economica" del sistema. Secondo ordine di considerazioni riguarda
altre proposte di riforma di cui e' ravvisata l' impraticabilita' o
l' inopportunita'; tali rispettivamente il vincolo di redditivita'
delle aziende, e la sospensione dei conferimenti statali per mancata
realizzazione dei risultati previsti. Terza annotazione, infine, e'
dedicata all' assenza nei disegni di riforma di una espressa
disciplina dell' organizzazione dell' ente di gestione, e dei suoi
rapporti con le societa' del gruppo; in particolare e' ravvisata la
necessita' di una composizione del gruppo secondo rigoroso criterio
di omogeneita', che consente un ordinato riparto delle funzioni e
delle responsabilita', e quindi l' effettivo rispetto del criterio di
economicita'. Ancora a tal fine e' rilevata l' esigenza di una
puntuale regolazione del processo di programmazione nello ambito del
gruppo.
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