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146619
IDG820600919
82.06.00919 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Moscarini Lucio Valerio
Ius novorum in appello e processo del lavoro
Dir. lav., an. 55 (1981), fasc. 5, pt. 1, pag. 333-338
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
D4192; D42113; D760
La giurisprudenza prevalente in tema di processo del lavoro nega la proponibilita' in appello di nuove prove e nuove eccezioni, interpretando il divieto sancito dall' art. 437 c.p.c. come riferito non solo all' udienza, ma all' intero giudizio di secondo grado. Altre pronunce, quantitativamente minoritarie, hanno affermato che l' art. 437 non ha modificato il regime generale dello jus novorum dettato dall' art. 345 c.p.c., e non ha conseguentemente escluso la proponibilita' di eccezioni e richieste istruttorie con l' atto introduttivo del giudizio d' appello. Secondo l' A. la soluzione puo' scaturire solo dal raffronto tra la ratio della disciplina generale dello jus novorum e i valori perseguiti dalla nuova strutturazione del processo del lavoro, che sembrano identificabili con l' esigenza di aumentare al massimo le probabilita' di una pronuncia esatta. In virtu' di questa impostazione il problema puo' essere risolto nel senso meno restrittivo, con il risultato di non allargare ulteriormente il divario tra il trattamento riservato al convenuto e quello riservato all' attore.
art. 437 c.p.c. art. 345 c.p.c.
Ist. per la documentazione giuridica - Firenze



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