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| IDG830600417 | |
| 83.06.00417 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Vigo Ruggero
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| Nota a Cass. 10 novembre 1981, n. 5944
Trib. Catania 14 maggio 1981
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| Banca borsa tit. cred., an. 35 (1982), fasc. 1, pt. 2, pag. 18-23
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D31331
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| L' A. si dimostra concorde con la decisione della Corte di
Cassazione. La sentenza, modificando in parte una precedente
decisione della stessa Suprema Corte, non ritiene abrogato l' art. 42
del r.d. 16 luglio 1905, n. 646 dalla legge fallimentare, ma lo
interpreta in modo nettamente restrittivo. La Corte di Cassazione,
fallito il mutuatario, lascia l' istituto di credito fondiario libero
di scegliere fra l' esercizio dell' azione esecutiva individuale sui
beni ipotecati (avvalendosi del summenzionato art. 42) e la
partecipazione alla procedura fallimentare. Tuttavia, la scelta di
una o dell' altra soluzione comporta una differenza soltanto sui
tempi del pagamento (di solito piu' rapidi in caso di esecuzione
individuale) ma non sulla misura della prelazione che l' istituto di
credito puo' esercitare. Le norme sul credito fondiario che
consentono l' esecuzione individuale nel corso del fallimento del
mutuatario non riguardano l' estensione del diritto di prelazione ai
cosiddeti fattori accessori (interessi relativi alle rate semestrali
non ancora scadute, eventuali interessi moratori sulle rate gia'
scadute e non pagate, interessi sulle rate con scadenza posteriore al
fallimento che non venissero pagate tempestivamente, diritti di
commissione spettanti all' istituto di credito).
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| art. 42 r.d. 16 luglio 1905, n. 646
art. 54 l. fall.
Cass. 25 ottobre 1973, n. 2734
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| Ist. per la documentazione giuridica - Firenze
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