| L' A. illustra la diagnosi di Hayek sulla crisi che ha colpito i
sistemi democratici occidentali, divenuti a suo avviso "illiberali"
da quando il baricentro della legislazione si e' venuto spostando
dalle norme di condotta alle norme di organizzazione, alterando il
principio della divisione dei poteri e trasformando di fatto l'
organo legislativo, da autonomo antagonista delle istituzioni dell'
esecutivo, in assemblea funzionalmente subordinata all' esercizio di
compiti di governo. Di qui la proposta di riforma costituzionale
avanzata da Hayek: istituzone di una assemblea legislativa,
incaricata della normazione generale, e di una assemblea governativa,
incaricata di varare i provvedimenti legislativi necessari all'
attivita' di governo, nonche' di una Corte Costituzionale cui
spetterebbe di dirimere le controversie relative alle competenze
delle due Camere. Dopo aver illustrato i dibattiti e le perplessita'
che la proposta di riforma costituzionale e di Hayek ha sollevato, l'
A. conclude esprimendo il parere che essa resti su un piano della
ragione troppo lontano dalla realta' perche' si possa pensare ad un
concreto sforzo di attuaione dei suoi suggerimenti da parte di forze
interessate al cambiamento. Ma proprio per questo suo carattere
utopico essa acquista una forza di provocazione, sul terreno della
progettazione costituzionale, ben maggiore a quella che caratterizza
tante proposte pragmatistiche presenti nel dibattito contemporaneo.
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