| 147341 | |
| IDG820600829 | |
| 82.06.00829 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
| |
| Pellegrino Giuseppe
| |
| Il fallimento del socio receduto, escluso o deceduto
| |
| | |
| | |
| | |
| | |
| | |
| Dir. fall., an. 50 (1975), fasc. 5, pt. 1, pag. 301-317
| |
| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
| |
| D31371
| |
| | |
| | |
| | |
| | |
| Premesso che il legislatore fallimentare non ha espressamente
statuito l' estensione dell' insolvenza e del fallimento sociale al
socio receduto, escluso o deceduto, l' A. si pone il problema se la
disposizione normativa dell' art. 147 comma I, legge fallimentare,
sia applicabile, ed entro quali limiti, anche ai soci limitatamente
ai quali si e' verificato lo scioglimento del vincolo sociale. Tale
problema sussiste soltanto se nel passivo della societa' vi siano
debiti, sorti nel periodo in cui il socio medesimo vi faceva ancora
parte. Qualora la societa' fosse stata gia' insolvente al momento
dello scioglimento parziale del vincolo, il fallimento sociale deve
essere esteso al socio receduto. L' A. conclude asserendo, in base a
quanto detto, che non e' necessario esperire un' azione revocatoria
fallimentare, da parte del creditore, contro il recesso, giacche'
basta accertare se prima dello scioglimento del vincolo sono stati
fatti pagamenti lesivi della par condicio creditorum.
| |
| art. 2290 c.c.
art. 147 l. fall.
| |
| Ist. per la documentazione giuridica - Firenze
| |