| Negli anni tra il 1561 e il 1569 Ginevra conobbe la massima punta di
immigrazione di calvinisti italiani. L' A., esaminando le
caratteristiche di questa presenza di italiani nella citta' svizzera,
cita un saggio di L. Monter secondo il quale l' emigrazione in
oggetto ha carattere di rifugio temporaneo e non di permanenza, salvo
che per un ristretto gruppo costituente un' elite sociale e
intellettuale. La maggior parte dei rifugiati e' indotta a ripartire
dalla citta' oltre che da posizioni di critica religiosa, di rottura,
dall' attrattiva dei grandi centri mercantili, quali Lione ed
Amsterdam. A conferma di questa caratteristica dell' emigrazione
italiana, l' A. propone, sulla scorta di un recente studio del
Mantese, l' esempio della migrazione vicentina, e in particolare la
storia della famiglia Thiene che, rifugiatasi a Ginevra con Odoardo
Thiene nel 1567, s' inserisce nella borghesia cittadina, seguito da
altri della famiglia. Membri di questa si segnalarono, nel secolo
seguente, nel campo della cultura.
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