| Il governo dello Stato Pontificio cerca di accedere all' Unione
monetaria costituita il 23 dicembre 1865 fra Belgio, Francia,
Svizzera ed Italia, con riguardo al peso, al titolo, al diametro, al
corso delle monete d' oro e d' argento. Le trattative condotte
mettono in luce la gravita' della crisi economica e finanziaria in
cui versava lo Stato Pontificio, in particolare per l' eccessiva
svalutazione delle monete divisionarie d' argento in corso, le quali,
oltre che essere a titolo ridotto, circolavano in quantita' piu' che
cinque volte superiore alle condizioni necessarie per l' ingresso
nell' Unione. Poiche' le condizioni monetarie dello Stato romano non
erano chiaramente tali da consentirgli l' ingresso nell' Unione, a
giudizio dell' A., le trattative condotte dal card. Antonelli non
furono che un espediente ingegnoso e nello stesso tempo disperato per
evitare, procrastinandolo, il tracollo economico e finanziario delo
Stato. Quando ormai il tracollo non potrebbe piu' essere evitato,
giunge la presa di Roma il 20 settembre 1870; cosicche' questa,
conclude l' A., puo' paradossalmente sembrare l' ultimo espediente
del card. Antonelli per uscire da una situazione ormai incancrenita e
procedere ad organizzare una condizione economica piu' stabile e
sicura, in cui la S. Sede potesse continuare a svolgere liberamente
la sua attivita'.
| |