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14857
IDG791300551
79.13.00551 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
fedeli franco
stato e polizia
Nuova polizia, an. 3 (1979), fasc. 1, pag. 3
d18707
l' a. osserva che le cause che hanno determinato l' odierna situazione di pericolo per la sicurezza pubblica devono essere rimosse urgentemente. lo stato, vedendo riflesso se stesso nella attuale organizzazione della polizia, dovrebbe avere il coraggio di disconoscersi. anche la polizia si avvede che non puo' riconoscersi con l' istituzione. l' a. rileva, che pur avendo avvertito l' esigenza di procedere ad una riforma di questa istituzione, la classe politica e' stata dominata da una fazione temporizzatrice che e' riuscita a ritardare la realizzazione della stessa riforma. tale azione ritardatrice, afferma l' a., ha avuto un corollario: la burocrazia prefettizia del ministero dell' interno, mentre fingeva di studiare i problemi della polizia, impartiva ai propri gregari disposizioni tendenti alla creazione di un pericoloso immobilismo nei settori piu' delicati della pubblica sicurezza. di fronte a questo stato di cose il capo della polizia ha preferito adottare la pratica dell' attendismo e dell' equilibrismo. l' a. elenca le altre cause del disastro della sicurezza pubblica: fallite scelte nell' organizzazione di uffici e servizi, fallite scelte nel preporre validi uomini a tali uffici e servizi, smaccato favoritismo nei confronti di uomini privi di ogni capacita' professionale. una mafia di boiardi da borgata di fronte alla quale, conclude l' a., il ministro dell' interno e' del tutto impotente.
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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