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Documento


14912
IDG791300609
79.13.00609 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
carli guido, la malfa giorgio, merli brandini cesare, napolitano giorgio, trentin bruno, scotti vincenzo; (a cura di gorrieri ermanno)
una tavola rotonda conclude l' inchiesta sulle sperequazioni negli stipendi e nei salari. vediamo insieme che cosa si puo' fare per uscire dalla giungla retributiva
Corr. sera, an. 104 (1979), fasc. 53 (7 marzo), pag. 14
(testo con illustrazioni)
d1431; d7440
(Sommario: alla ricerca di vie diverse dal "posto" garantito a vita e dal mito sociale della scrivania)
trentin non ritiene che una politica differenziata delle retribuzioni sia il correttivo principale da adottare contro la giungla delle retribuzioni: e' invece necessaria una trasformazione della organizzazione e della qualita' del lavoro. mentre merli brandini sottolinea l' importanza dell' equalitarismo, carli lamenta la scarsa mobilita' delle forze di lavoro e napolitano rileva che bisogna superare il problema di evitare ingiustificate sperequazioni senza mortificare la professionalita'. scotti osserva che bisogna valutare attentamente il fenomeno del lavoro nero e sottolinea l' importanza della legge-quadro sulla formazione professionale, concludendo che il problema fondamentale da risolvere e' quello della gestione del mercato del lavoro. nel corso del dibattito e' stato poi criticato il verticalismo delle contrattazioni ed e' stata auspicata una piu' corretta definizione delle scale retributive; la retribuzione dovrebbe essere rapportata ai livelli di professionalita' e anche alla soddisfazione che si trae dal proprio lavoro. trentin e la malfa hanno affermato che lo strumento fiscale e' il piu' idoneo a garantire un minimo di uguaglianza nelle retribuzioni. inoltre e' stato rilevato che bisogna ancora cambiare molte cose in materia di costo del lavoro e che i dirigenti aziendali devono essere efficienti e preparati. concludendo la tavola rotonda, scotti ha affermato che deve essere sperimentata subito una contrattazione non frazionata e si e' dichiarato contrario alla fissazione di un tetto massimo che, affidando alla contrattazione istituti tradizionalmente disciplinati dalla legge, venga frenata la corsa alla ricerca dell' impiego pubblico.
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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