| la legge sull' utilizzazione delle terre incolte ha fatto sperare in
un decollo dell' agricoltura ma, scrive l' a., un attento esame del
piano agricolo ci fa ritenere infondate le aspettative, in quanto vi
si nota la contrazione della superficie utilizzata e quella della
mano d' opera. tra il 1961 e il 1976 la superficie agricola si e'
ridotta di circa 3 milioni di ettari e il numero degli occupati e'
diminuito di 3 milioni di unita'. la nuova legge, afferma l' a.,
modifica solo alcuni elementi formali ma in sostanza sopravvive la
legge del 1944 essendosi ancora considerato lo stato oggettivo della
terra nel tentativo di recuperarne la produttivita'. la tesi e'
avvalorata, continua l' a., dall' esperienza che ci viene dalle leggi
regionali gia' varate ma che ora, con la legge n. 440 dovrebbero
essere abrogate. non risulta infatti che dette disposizioni abbiano
dato risultati utili, dato che premiavano solo il proprietario
negligente. il problema delle terre incolte, prosegue l' a., non va
affrontato guardando soltanto lo stato oggettivo della terra che,
anche se produttiva, viene spesso abbandonata ma, considerando lo
stato soggettivo dello assegnatario, promuovendo forme di
incentivazione che garantiscano il livellamento del reddito agricolo
a quello degli altri settori.
| |