| 150673 | |
| IDG830800363 | |
| 83.08.00363 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Nania Roberto
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| Il concordato, i giudici, la Corte
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| commento a C. Cost. 2 febbraio 1982, n. 18
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| Giur. cost., an. 27 (1982), fasc. 2, pt. 1, pag. 147-165
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D301220; D94615
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| L' A. osserva che la sentenza n. 18 del 1982 della Corte
Costituzionale, per essere compresa appieno, deve essere messa in
relazione con i due indirizzi che, nell' ambito della giurisprudenza
ordinaria, da tempo si fronteggiavano in ordine alla estensione dei
poteri del giudice italiano in sede di delibazione delle sentenze
canoniche in materia matrimoniale. Ad una tendenza che muoveva da una
concezione assai restrittiva di tali poteri per mettere in questione,
di conseguenza, la costituzionalita' della stessa riserva di
giurisdizione a favore dei tribunali ecclesiastici, la Corte ha
difatto preferito un orientamento che, sfruttando le molteplici
virtualita' interpretative della normativa concordataria, ne ha
adeguato i contenuti alla sopravvenuta disciplina costituzionale
proprio attraverso il riconoscimento al giudice italiano di ampi e
penetranti poteri di controllo sulle sentenze canoniche,
sostanzialmente omologate, sotto tale profilo, a quelle emerse in
ordinamenti stranieri. Il medesimo punto di vista sorregge pure la
dichiarazione di incostituzionalita' delle norme che prevedono l'
attribuzione di effetti civili alla dispensa dal matrimonio rato e
non consumato, provvedimento che, per essere insuscettibile di
sostanziale controllo, non consentiva quella interpretazione
adeguatrice di cui prima s' e' fatto cenno.
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| art. 34 Conc.
art. 797 c.p.c.
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