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150883
IDG830200095
83.02.00095 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Caracciolo Francesco
Finanze e gravami cittadini in Calabria e nel regno di Napoli al tempo di Filippo II
Nuova riv. st., an. 66 (1982), fasc. 1-2, pag. 37-58
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
S7341; S716; S76234; S76235
L' A. si occupa del sistema fiscale del regno di Napoli tra la fine del '400 e il '500, basato su imposte dirette (ordinarie e straordinarie) non corrisposte direttamente dai sudditi, ma dalle "universita'" e stabilite in rapporto ad aliquote fisse ed al numero dei fuochi di ciascuna citta', e indirette (diritti di dogana e di fondaco sul commercio interno ed estero, diritti sui pesi e misure, ecc.). Poiche' le entrate derivanti dalle imposte dirette si rivelavano sempre piu' insufficienti, le universita' applicarono ed accrebbero le imposte indirette sul consumo e la produzione, le gabelle. Nella seconda meta' del '500 questo fenomeno si generalizzo', perche' le evasioni fiscali e le esenzioni del clero, alle quali ricorrevano proprietari di immobili e detentori di redditi, rendevano insufficienti le entrate cittadine. L' A. afferma che l' enorme evasione fiscale fu senz' altro la causa principale della contrazione della base imponibile, del deficit e dei debiti di terre e citta' nella seconda meta' del XVI secolo.
Ist. storia del diritto - Univ. MI PV



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