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Documento


150997
IDG830400044
83.04.00044 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Julliard Jacques
Sorel, sessanta anni dopo
Mondoperaio, an. 35 (1982), fasc. 7--00, pt. 80, pag. 90-97
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
F1
Qualsiasi studio su Sorel si scontra con un' obiezione. Si tratta di un uomo che e' passato attraverso molte esperienze politiche, diverse e contraddittorie. Di quale Sorel parlate? E' la domanda che a ogni istante vi puo' porre il vostro interlocutore. Ma giudicare Sorel in base alle sue evoluzioni politiche, caratterizzate da una ricerca inesausta, significa correre il rischio di non comprendere cio' che costituisce, se non l' unita', almeno la continuita' del suo pensiero: l' introduzione del pensiero scientifico e tecnico nell' universo politico, l' invenzione di una morale applicata al medesimo oggetto o, per riprendere la sua espressione, "la genesi storica della morale", l' intransigente "plaidoyer" della classe operaia di cui egli si e' sempre professato "servitore disinteressato". E' invece assurdo ridurre, come si fa di solito, l' essenza del pensiero politico soreliano a un solo libro come le "Riflessioni sulla violenza", e alla mitizzazione dello sciopero generale. A prima vista, l' influenza reale delle idee di Sorel ci appare debole. Ma esse hanno avuto una particolare efficacia quale forma di controcultura, e il loro potere simbolico e' senz' altro considerevole. Si tratta di correnti sotterranee che riemergono bruscamente, in occasione di un evento particolare, di una catastrofe politico-culturale come quella del '68.
Centro diretto da G. Taddei Elmi - IDG Firenze



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