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151015
IDG820200144
82.02.00144 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Varni Angelo
Alcune note sulla restaurazione a Bologna
Riv. studi napoleon., an. 18 (1981), fasc. 1, pag. 29-38
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
S7351
Con il ritorno sotto l' autorita' del Pontefice, Bologna conosce, nel 1815, un regime di restaurazione teocratica. La classe dirigente e' assai poco mutata rispetto al periodo prenapoleonico: alla vecchia aristocrazia senatoriale che aveva accettato il compromesso del generale corso pur di conservare la supremazia e i privilegi economici, si affianca ora la grossa borghesia intesa a difendere gli stessi interessi economici, rappresentati dalle grandi proprieta' terriere frutto delle speculazioni sui beni nazionali sottratti alle congregazioni ecclesiastiche. Questa classe, che pur sarebbe favorevole ad un governo diverso da quello teocratico, costituzionale e garante del rispetto delle ricchezze acquisite, non sa opporsi ad una restaurazione che soffoca ogni tentativo di rinnovamento civile ed economico ed ogni aspirazione al particolarismo municipale. Incapace di trovare alcun punto di convergenza tra i propri interessi politici ed economici e quelli espressi dalla S. Sede, la classe dirigente e' nello stesso tempo aliena dal consentire alle sia pur vaghe aspirazioni democratiche espresse dalle associazioni carbonare che toccavano anche Bologna. Solo dopo i moti del '31 una generazione di mezzo tra passato e presente sarebbe stata in primo piano nella costruzione risorgimentale, spinta dalla sua fede nelle liberta' individuali e nelle realta' costituzional-parlamentari, collegandosi idealmente all' esperienza dell' epoca napoleonica, ma con scarse aperture democratiche lontane dalle sue origini e dai suoi interessi economici di grande proprieta' terriera.
Ist. storia del diritto - Univ. MI PV



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