| Poiche' come e' noto la Carta Costituzionale tace circa l'
ammissibilita' nel nostro ordinamento dello stato d' assedio e quindi
qualsiasi soluzione, positiva o negativa, non puo' che essere
ricostruita per via di interpretazione, particolare importanza
acquistano i lavori preparatori della Costituzione, ove si deve
ricercare la chiave per comprendere la "silenziosa" scelta positiva.
Lo studio cerca di ricostruire la posizione dei Costituenti sul
problema analizzando quelle sedute in cui essi si occuparono dell'
istituto. Complessivamente emerge una sostanziale contrarieta' ad
inserire poteri di sospensione delle liberta' nei casi di pericolo
interno che, formalizzato in un esplicito divieto dalla seconda
sottocommissione, e' manifestato anche altrove da quasi tutti gli
altri interventi. Il lavoro, fra l' altro, contesta l' uniforme
interpretazione data dalla dottrina all' emendamento Crispo con cui
si proponeva l' introduzione dello stato d' assedio e sul quale
qualche autore, pur rilevandone la "strana scomparsa", ma ritenendo
anche un sostanziale accordo tra i commissari, ha trovato una
importante chiave per accedere alla tesi dell' ammissibilita' dello
stato d' assedio. In realta' l' emendamento non venne votato per
motivi procedurali (assenza del presentatore) e si dimostra come non
vi fosse assolutamente alcun accordo, tanto che i pochi interventi
che citarono detto emendamento (esempio Codacci Pisanelli) lo fecero
solamente con finalita' critiche.
| |