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151045
IDG821200623
82.12.00623 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Cherchi Bruno
Stato d' assedio e sospensione delle liberta' nei lavori dell' assemblea costituente
Riv. trim. dir. pubbl., (1981), fasc. 4, pag. 1108-1153
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
D0401
Poiche' come e' noto la Carta Costituzionale tace circa l' ammissibilita' nel nostro ordinamento dello stato d' assedio e quindi qualsiasi soluzione, positiva o negativa, non puo' che essere ricostruita per via di interpretazione, particolare importanza acquistano i lavori preparatori della Costituzione, ove si deve ricercare la chiave per comprendere la "silenziosa" scelta positiva. Lo studio cerca di ricostruire la posizione dei Costituenti sul problema analizzando quelle sedute in cui essi si occuparono dell' istituto. Complessivamente emerge una sostanziale contrarieta' ad inserire poteri di sospensione delle liberta' nei casi di pericolo interno che, formalizzato in un esplicito divieto dalla seconda sottocommissione, e' manifestato anche altrove da quasi tutti gli altri interventi. Il lavoro, fra l' altro, contesta l' uniforme interpretazione data dalla dottrina all' emendamento Crispo con cui si proponeva l' introduzione dello stato d' assedio e sul quale qualche autore, pur rilevandone la "strana scomparsa", ma ritenendo anche un sostanziale accordo tra i commissari, ha trovato una importante chiave per accedere alla tesi dell' ammissibilita' dello stato d' assedio. In realta' l' emendamento non venne votato per motivi procedurali (assenza del presentatore) e si dimostra come non vi fosse assolutamente alcun accordo, tanto che i pochi interventi che citarono detto emendamento (esempio Codacci Pisanelli) lo fecero solamente con finalita' critiche.
Centro diretto da E. D'Elia - IDG Firenze



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