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| IDG830601279 | |
| 83.06.01279 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Scozzafava Oberdan Utommaso
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| Risoluzione del contratto e diffida ad adempiere
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| nota a Cass. 30 ottobre 1980, n. 5842
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| Riv. dir. comm., an. 80 (1982), fasc. 1-4, pt. 2, pag. 35-45
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D306130
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| La decisione in cui la Corte di Cassazione sostiene che il termine di
quindici giorni, previsto dall' art. 1454 c.c. per la diffida ad
adempiere, non debba considerarsi sempre e comunque congruo, con
relativa possibilita' del diffidato di dimostrare la congruita' di un
termine maggiore, appare criticabile sia interpretando letteralmente
l' art. 1454 c.c., sia operando una interpretazione sistematica. Il
tenore letterale dell' art. 1454 c.c., infatti, porta a concludere
che il termine di quindici giorni, ivi previsto, e' da ritenersi
termine massimo "senz' altro congruo" e, quindi, non sindacabile dal
giudice. L' interpretazione sistematica, d' altra parte, porta alle
stesse conclusioni. Significativo al riguardo l' art. 1183 c.c. che
e' una ulteriore dimostrazione di come il nostro codice abbia voluto
affidare al creditore ampi poteri circa la determinazione del momento
dell' adempimento.
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| art. 1454 c.c.
art. 1183 c.c.
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| Ist. per la documentazione giuridica - Firenze
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