| Mentre tutte le nazioni industrializzate sono state afflitte dalla
riduzione della crescita economica fin dalla meta' degli anni '70,
una ampia serie di variazioni caratterizza le prestazioni economiche,
i "policy autputs" e i "policy autcomes" delle nazioni occidentali.
La principale questione affrontata in questo articolo e' quella di
verficare come delle variabili economiche, socioeconomiche nella
disoccupazione, nel debito pubblico e nella crescita della spesa per
la sicurezza sociale fra queste nazioni. In generale, le forze che
determinano le politiche pubbliche in periodi di crisi economica
tendono ad essere diverse dalle maggiori determinanti di "policy
making" in periodi di prosperita'. L' analisi non sostiene la tesi,
per esempio, che governi borghesi e governi socialisti adottino nette
differenze di politica. L' analisi dimostra, inoltre, che le maggiori
determinanti delle politiche sono i rapporti di potere nel terreno
extraparlamentare e, in particolare, in quello della regolamentazione
del conflitto di classe, il grado di potere economico nazionale
precedente alla crisi, il livello di sviluppo di valori
"solidaristici" nella cultura politica, e il grado di armonia che
esiste fra i rapporti di potere nella sovrastruttura politica da un
lato e nell' ambito del sistema partitico e industriale dall' altro.
L' analisi mostra che un ordine capitalista di espansione non e', in
teoria, compatibile con bassi livelli di disoccupazione e un
welfarestate sviluppato; nella pratica cio' puo' essere realizzato in
presenza di certe circostanze. Tuttavia, lo spazio dei governi per
manovrare e' fortemente limitato dagli sviluppi politici e
tecnologici. Una delle maggiori limitazioni politiche e' il
paradossale risultato di elezioni politiche. Per esempio la punizione
di governi di maggiore o minore successo e la ricompensa per
politiche del tirar avanti alla meno peggio.
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