| Il saggio costituisce una sintesi della storia del socialismo
italiano fra le due guerre. Analizza dapprima il tormentato periodo
del primo dopoguerra con tutti i contrasti che nascono tra le varie
correnti del partito, tra i leaders piu' prestigiosi, e le
conseguenti ripetute scissioni. Dopo la crisi Matteotti e
aventiniana, con l' affermazione della dittatura fascista, il
socialismo e' costretto a vivere nell' emigrazione. In queste
condizioni si registra una prevalenza del dibattito ideologico ed una
minore capacita' di adattamento alla realta', con il rischio di
cadere nell' astrattismo. In questo contesto l' A. esamina la svolta
del 1934, la radicalizzazione in senso classista, il patto d' unita'
d' azione con il PcdI, le piu' strette convergenze sul terreno del
sostegno alla Spagna repubblicana, illustrando le posizioni sostenute
dai piu' noti esponenti. Seguono nuove rotture con le crisi del
fronte popolare in Francia, di Monaco, del patto tedesco-sovietico e
dello scoppio della guerra, che provoca la rottura tra Nenni e
Saragat. Si conclude cosi' la parabola storica del Psi nell'
emigrazione si avvia, a partire dal 1941, una fase profondamente
nuova.
| |