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151932
IDG840400017
84.04.00017 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Pasqualucci Paolo
Il soggetto e la legge secondo Jean-Jacques Rousseau
Riv. intern. filos. dir., s. 4, an. 60 (1983), fasc. 3, pag. 382-406
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
F1; F42
L' autore prende in esame il contributo di Rousseau alla moderna filosofia del soggetto, intesa come presupposto speculativo della concezione giuridica del soggetto come persona. Secondo l' autore vi e' in Rousseau una chiara anticipazione dello Stato di diritto con il suo principio che solo la legge, espressione della volonta' generale, deve governare, regolando normativamente i rapporti tra gli individui e tra di essi e lo Stato. Ma Rousseau concepisce la volonta' generale in senso piu' sostanziale che formale, come un equivalente di un bene comune, che piu' che dal mero computo dei voti, risulti dall' interpretazione del legislatore, individuo eccezionale, capace di tracciare nella costituzione il cammino che governo e sudditi dovranno percorrere. Accanto alla volonta' generale la legge dovra' pero' tener conto del costume, dimensione di vita comunitaria e nazionale governata dall' opinione, dal pregiudizio alienante l' individuo a se stesso. L' individuo si trova quindi a far parte di due mondi, quello civile della legge e quello naturale del costume. Essi devono essere unificati nella coscienza individuale rappresenta il fondamento assoluto dell' umanita'. Percio' lo scopo ultimo della legislazione dovra' essere quello di realizzare la sintesi tra legge e costume come sintesi tra opinion e coscienza.
Centro diretto da G. Taddei Elmi - IDG Firenze



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