| Lo scritto prende le mosse dalla pubblicazione degli atti del
Convegno tenutosi a Firenze nel 1981, organizzato dalla Facolta'
giuridica fiorentina ad iniziativa dell' Istituto di diritto
pubblico, in occasione del XXV anniversario della Corte
costituzionale. Premesso esser proprio degli organi di giustizia
costituzionale di operare sulla materia politica e di incidere in
essa con conseguenze politiche - ma non anche di partecipare alla
formazione degli indirizzi politici - e di essere generalmente di
ascendenza politica (onde, rispetto alle altre corti, quella italiana
si presenta con una composizione piu' temperata e professionale), l'
A. risponde alla domanda se la Corte italiana "fa politica" notando
che per cio' che riguarda cosi' la "politica istituzionale" come la
"politica dell' attivita' decisionale" essa si comporta secondo una
logica che sostanzialmente non si differenzia da quella degli altri
organi giurisdizionali e non fa "piu' politica" di quanta ne facciano
questi nei rispettivi ambiti, e conclude osservando che da un organo
siffatto non ci si puo' attendere piu' giustizia di quanta ne possa
offrire, in materia politica, un organo della sua configurazione. Il
rendimento sociale di un organo di giustizia costituzionale va
comunque "misurato confrontandone i risultati non al 'piu'' di
legittimita' costituzionale va comunque "misurato confrontandone i
risultati non al 'piu'' di legittimita' costituzionale che esso
potrebbe offrire al prezzo di pereat mundus, bensi' al 'meno' di
legittimita' costituzionale di cui la societa' potrebbe godere se
esso non esistesse".
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