| L' A., in primo luogo, pone, in particolare risalto, la
superficialita' degli interventi che effettuano certi operatori
penitenziari in relazione ad una concezione rigorista e
custodialistica. Da questa premessa prende le mosse una trattazione
che teorizza gli aspetti piu' concreti di una dinamica educativa e di
un rapporto personalistico nell' ambito del quale non c' e' posto per
verticismi o verticalismi. Tale trattazione, pur essendo costituita e
suffragata da alcuni episodi a contenuto e valore esperenziali, non
prescinde da principi teorici. L' A., dopo essersi soffermato sulla
insostituibile funzione dell' educatore che si concretizza, a suo
avviso, in una molteplicita' di interventi tecnici e umani,
sottolinea conclusivamente la necessita' di gruppi omogenei di
operatori penitenziari assai preparati e capaci di portare,
attraverso un colloquio e un dialogo, i soggetti detenuti su un piano
di consapevolezza delle proprie difficolta' e di conseguenziale
accettazione della realta'.
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