| Lo scritto compie un' analisi del comune orientamento
giurisprudenziale sul peculato per distrazione con riferimento alle
operazioni bancarie irregolari, nelle quali tale reato e' stato
ritenuto esistente. Oltre alla nota ipotesi del cosiddetto abuso del
fido bancario, sono passati in rassegna casi quali i seguenti:
operazioni irregolari su titoli; retrocessioni di interessi; storni,
conti di manovra, abbattimenti; altri illeciti su interessi; libretti
di deposito intestati a persone fittizie; creazione di fidi
inesistenti. Il lavoro critica, siccome dotato di un notevole
carattere di aleatorieta' e quindi poco certo nelle applicazioni, il
comune indirizzo giurisprudenziale, che ritiene esistente il peculato
per distrazione per il semplice fatto che vengono messi in pericolo
la funzionalita' e l' interesse della banca, prospettando, invece, la
diversa tesi in forza della quale il reato in esame presuppone, per
la sua verificazione, quale evento naturalistico implicitamente
richiesto dall' art. 314 c.p., un vero e proprio danno patrimoniale
per l' istituto di credito, costituito dall' esito negativo, in
termini economici, dell' operazione per la banca stessa. A sostegno
di tale conclusione stanno, tra l' altro, la natura privatistica
dell' attivita' bancaria ed il fatto che essa non richiede l'
emanazione di atti amministrativi. Da ultimo l' articolo esamina
problemi di responsabilita' a titolo di concorso di persone nel reato
in relazione al peculato bancario (responsabilita' dei dipendenti
della banca e responsabilita' del cliente) criticando recenti
pronunzie della Cassazione sul caso Italcasse, contrastanti con il
tradizionale insegnamento in materia di concorso di persone.
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