| A venti anni dalla pubblicazione, l' A. esamina il significato e la
risonanza che ha avuto l' Enciclica "Pacem in terris". Rievocata la
contingenza storica nella quale usci' l' Enciclica, l' A. ritiene che
il motivo profondo della risonanza da essa assunta stia nel fatto che
il Documento pontificio offre "un' alternativa, universalmente
intravista e valutata come valida", prospetta, cioe', una "pace
conforme alla ragione, illuminata dalla fede e dalla stessa ragione
reclamata, una pace in piena armonia con la profonda aspirazione
degli esseri umani, uomini e donne, di tutti i tempi". Questi
Enciclica ha avuto, sostiene l' A., l' effetto come di una
liberazione da un incubo minacciosamente incombente. Dal Documento
emerge chiaramente che la guerra "non" e' inevitabile, ne' la pace
"soltanto" un dono: guerra e pace sono prodotti di un operare umano,
di un operare di cui gli esseri umani sono responsabili. La guerra,
inoltre, non e' fatale, ma puo' essere evitata purche' ci si impegni
seriamente per evitarla. La pace autentica puo' essere costruita
purche' ci si impegni seriamente a costruirla. Vengono illustrati i
contenuti delle cinque parti di cui si compone l' Enciclica e si
sostiene l' attualita' di essa nel presente momento storico. Essa
rappresenta, inoltre, il punto di inizio di un "nuovo" corso nel
rapporto fra Chiesa e Mondo, che ha visto e vede costantemente
accentuarsi il contributo della Chiesa nell' attuazione della pace.
Vengono illustrati i molteplici aspetti di questo contributo.
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