| I riferimenti alla giustizia nell' opera di Marx sono rari e
trascurano completamente il concetto etico di giustizia a favore
degli aspetti formali e politici. Una produzione e distribuzione
veramente comuniste seguiranno, per Marx, un criterio al di la' della
giustizia: "a ciascuno secondo i suoi bisogni". Poiche' infatti ogni
uomo e' unico e incommensurabile, nella societa' comunista i bisogni
si formano secondo il valore della liberta'; mentre la giustizia
distributiva nega al liberta' in quanto genera standard eguali. Marx
dunque affronto' lo stesso problema di Tocqueville: il conflitto tra
eguaglianza e liberta'. Ma lo tradusse nel linguaggio della societa'
futura: l' uguaglianza rappresenta la prima fase del comuniscmo, la
liberta' la seconda. A paragone con Rawls, il radicalismo marxiano e'
ancora portatore di un messaggio importante: gli uomini contemporanei
non possono essere identificati con tutti gli uomini, i bisogni e le
aspirazioni contemporanei non si identificano con i bisogni e le
aspirazioni umane tout - court. In un futuro libero, quindi,
dovrebbero esserci tante norme e regole giuste per quanti sono i modi
di vita. In ultima istanza, Marx aveva ragione: si puo' sognare una
societa' libera, non una societa' giusta. Aveva pero' torto nel
credere che una societa' libera sia al di la' della giustizia. Non c'
e' societa' al di la' della giustizia, ma possiamo immaginarne una in
cui la liberta' fornisca i criteri per la giustizia.
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