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152698
IDG840400099
84.04.00099 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Ferrari Vincenzo
Reazione e pratica sociale in tema di usi civici: osservazioni sociologico-giuridiche
Soc. dir., s. 2, an. 10 (1983), fasc. 1, pag. 61-94
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
D9162
Il presente saggio e' il resoconto finale socio-giuridico di un progetto di ricerca multidisciplinare sulla pratica corrente e sulle future prospettive dell' esercizio dell' uso civico in Sardegna. Usi civici di varie specie (pascolo, boschi, raccolta delle ghiande, semina) sono sopravvissuti ai grandi sforzi fatti per due secoli dai Governi italiani per sopprimerli in nome della proprieta' privata e del "laisser-faire". Tali pratiche sembrano essere particolarmente vive in Sardegna, dove esse meritano molta attenzione a causa della estensione delle terre comunali assoggettate ad uso civico (circa 31 mila miglia quadrate) e perche' le loro radici si intrecciano profondamente con le leggi consuetudinarie sarde e con le usanze popolari. L' inchiesta del professor Ferrari (che probabilmente si estendera' all' intero teritorio sardo) ha conseguito un duplice risultato. In primo luogo essa e' stata indirizzata a conoscere l' opinione del pubblico sulla l. 16 giugno 1927, n. 1766, che ha perseguito una graduale soppressione di tutti gli usi civici attraverso diverse tecniche. In secondo luogo, in vista di piu' approfondite e piu' ampie fasi di ricerca, sono state ottenute anche delle informazioni di massima su come gli usi civici vengono praticati dalla gente, come pure sulle politiche seguite dalle istituzioni locali sul campo. Il campione di popolazione sarda, esaminato attraverso le tecniche KOL, nella prima parte dell' inchiesta, sembra, a prima vista, polarizzarsi su posizioni estreme, punto per punto, per quanto riguarda le sue reazioni. Tuttavia tale polarizzazione non esprime opzioni pregiudicate sul piano ideologico in favore o contro certe dicotomie di massima come ad esempio pascoli privati o comunali, struttura pastorale o agricola, economia tradizionale o "razionale" ecc.. Al contrario, gli atteggiamenti variano in rapporto al caso in esame. Tuttavia e' molto sentito il bisogno di eguaglianza sociale, ed uno dei sentimenti dominanti e' che le decisioni per il terreno pubblico debbano essere prese dal Consiglio comunale anziche' regionale. Nella seconda sezione dell' inchiesta e' stato chiesto di parlare a politici locali di tutte le parti, a persone anziane, a figure importanti quali preti diocesani o arbitri privati. Gli usi civici sembrano essere molto praticati, specialmente per il pascolo, sebbene casi di decisioni superficiali e di miopi politiche locali, nel passato, siano sfociati in privilegi e conseguenti conflitti, in alcuni casi assai acuti. Per il futuro, come asseriscono la maggior parte delle interviste, gli usi civici dovrebbero essere trasformati, non soppressi. Le regole del "laisser faire" potrebbero essere ammesse occasionalmente, ma stabilendo che la proprieta' comunale e il potere decisionale della comunita' non sono in gioco.
l. 16 giugno 1927, n. 1766
Centro diretto da G. Taddei Elmi - IDG Firenze



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