| Il sistema della Comunita' Europea e' stato ampiamente riconosciuto
come un punto di riferimento di importanza teorica e storica con
implicazione politiche internazionali, ma una analisi
comportamentistica degli effetti dell' integrazione della Comunita'
Europea sulle relazioni euro-americane non e' stata ancora condotta.
Questo studio esamina la direzione e la grandezza di tali effetti
usando dati storici e le tecniche dell' analisi internazionale. I
risultati di questo studio (1948-1972) indicano che, ccon l' unica
eccezione degli Stati Uniti verso la Francia, le relazioni
euro-americane non sono state modificate in misura significativa
dalla formazione del sistema della Comunita' Europea. Le teorie del
potere sul cambiamento nel sistema internazionale, in particolare la
teoria Snyder-Waltz-Midlarsky sulla maggiore propensione al conflitto
nei sistemi multipolari, sono solo parzialmente suffragate dai
risultati di questo studio, in particolare la esplicita previsione di
Midlarsky sulla maggiore probabilita' di conflitto durante il periodo
dell' allontanamento dal bipolarismo. Viene anche confermata la
teoria dei "ranghi internazionali", in particolare la previsione di
una maggiore quantita' di conflitto diretta dagli Stati Uniti
(topdog) verso la Francia (underdog). Le tradizionali tesi storiche
che descrivono i significativi cambiamenti nelle relazioni
euro-americane, non sono ben convalidate come ci si attendeva, dato
che nessun cambiamento sistematico e' stato riscontrato nelle
interazioni euro-americane. I risultati di questo studio non mostrano
un notevole miglioramento nelle relazioni euro-americane dopo la
formazione della Comunita' Europea, ma non mostrano neppure un
significativo deterioramento. Viene proposto per ulteriori ricerche
il rapporto fra eventi, attributi (cioe' status) e dimensioni
attitudinali delle relazioni euro-americane. Infine, cosi'
semplificato il problema, come risulta dalle suddette distinzioni
fondamentali, sembra anche possibile, per ciascuna politica di
controllo, trovare indicatori in grado di misurare l' efficacia delle
politiche di controllo e una congruenza fra obiettivi attesi e
risultati concretamente ottenuti. Riassumendo: nella struttura
concettuale proposta e' possibile comparare le relazioni
intergovernative nei diversi Paesi o, al limite, i risultati delle
politiche di controllo centrale sui governi locali. Poiche' la
variabile finale dipendente e' la combinazione dell' esito delle
diverse politiche, e' percio' possibile studiare la resistenza del
governo locale contro tali controlli in una visione piu' realistica.
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