| Viene affrontato il problema dei rapporti Parlamento-Governo, nel
contesto del tema della "governabilita'". Questi raporti, fondati su
un sistema parlamentare razionalizzato e sull' art. 94 della
Costituzione, sembrava dovessero garantire una stabilita' accettabile
del Governo. Altri elementi, pero', sono intervenuti in questo
schema, influendo sui rapporti Parlamento-Governo: la crescita della
posizione dei partiti e la loro frammentazione; talune regole
convenzionali come la "conventio ad excludendum" eni confronti del
PCI e la convenzione dell' "arco costituzionale"; l' affermazione del
sindacato come soggetto di contrattazione politico-legislativa. Per
cui, la "governabilita'", intesa come efficienza, piuttosto che come
stabilita', ne ha risentito, essendo venuto a mancare quello stretto
rapporto di continuita' tra Governo e Parlamento, o meglio, tra
Governo e maggioranza parlamentare, per la realizzazione del
programma per il quale il Governo aveva ottenuto la fiducia. Occorre
dare al rapporto Parlamento-Governo, al fine di una concreta
"governabilita'", garanzie certe su due momenti: la liberta' della
pluralita' degli indirizzi; la capacita' di attuare l' indirizzo
politico maggioritario.
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