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153318
IDG840601215
84.06.01215 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Dell' Aquila Enrico
La ratio della risoluzione del contratto per inadempimento
Riv. dir. civ., an. 29 (1983), fasc. 6, pt. 2, pag. 836-864
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
D306130
Dopo una breve esposizione dei precedenti storici della risoluzione del contratto per inadempimento, l' A. si chiede quale sia la ragion d' essere dell' istituto criticando la posizione agnostica di quell' indirizzo dottrinario secondo il quale non va attribuita eccessiva rilevanza all' indagine sul fondamento della risoluzione. L' A. passa poi in rassegna le diverse concezioni della dottrina sull' argomento. In primo luogo viene esaminata la concezione della mancanza funzionale della causa ed in proposito, dopo aver condotto una breve analisi comparatistica di alcuni dati sulla risoluzione del contratto ricavati dai principali modelli giuridici europei (l' italiano, il tedesco, lo svizzero, l' inglese e lo spagnolo), giunge alla conclusione che tale concezione e' da respingere. Successivamente l' autore passa ad esaminare la teoria che fonda l' istituto della risoluzione sulla discrepanza tra la volonta' contrattuale e la successiva situazione fattuale, determinatasi in modo diverso da quanto era stato voluto dalle parti, la teoria secondo la quale la risoluzione costituisce una sanzione posta dall' ordinamento giuridico e quella per cui il fondamento della risoluzione andrebbe individuato nella interdipendenza o connessione delle prestazioni che i contraenti devono eseguire l' uno a favore dell' altro, e conclude nel senso che tutte queste teorie non possono essere accolte. L' A. esamina in seguito l' indirizzo dottrinario che identifica il fondamento dell' istituto della risoluzione in un potere dispositivo o di disposizione, avente carattere novativo, che verrebbe attribuito al contraente non inadempiente, e sostiene che tale concezione non e' utile per intendere la ratio dell' istituto. A conclusione della propria ricerca l' A. rileva che l' istituto della risoluzione del contratto per inadempimento ha natura preventiva e non repressiva obbedendo essenzialmente al motivo di carattere pratico che il permanere del rapporto contrattuale in una situazione di inadempimento nella maggior parte dei casi e' causa solo di ulteriori pregiudizi per il contraente non inadempiente e sostiene in definitiva che l' istituto e' stato introdotto nel diritto per un principio di equita' per l' esigenza di evitare, a scapito del soggetto non inadempiente, una ingiusta distribuzione delle utilita' di fatto realizzate dalle parti attraverso il contratto. Ed il principio equitativo che rappresenta la ragion d' essere dell' istituto viene individuato nella esigenza di evitare che il contraente non inadempiente, dopo aver subito il comportamento antigiuridico del debitore, corra pure il rischio assai probabile di depauperare inutilmente il proprio patrimonio a motivo delle spese, spesso onerose, occorrenti per intentare un' azione di adempimento forzato. A conclusione del saggio l' A. pone in evidenza le possibili conseguenze dei risultati raggiunti ai fini dell' interpretazione della normativa sulla risoluzione e prende in considerazione un esempio concreto in tema di contratto di associazione in partecipazione.
Ist. per la documentazione giuridica - Firenze



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