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| IDG840900065 | |
| 84.09.00065 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Bertozzi Aldo
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| L' art. 56, terzo comma, lett. A) del d.p.r. 600/1973
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| Riv. pen., an. 109 (1983), fasc. 5, pag. 449-461
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| (Bibliografia: a fine articolo o capitolo)
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| D538
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| Esaminata la frode fiscale in genere, l' A. si sofferma ad analizzare
le diverse modalita' esecutive delle ipotesi di infedelta' previste
dall' art. 5l comma 3 lett. A del d.p.r. 600/1973, ipotesi tra loro
diverse, ancorche' unificate dal denominatore comune della successiva
mancata rettifica della dichiarazione infedele. Si ipotizza anzitutto
il mancato inserimento nei bilanci, rendiconti o inventari di poste
attive rilevanti ai fini della determinazione dei redditi imponibili,
non l' erronea valutazione di un cespite, ma proprio l' omissione di
attivita'. Nel concetto di omissione rientra anche la dissimulazione
di attivita', e quindi sara' concretato il reato nel caso di
iscrizione di passivita' che non si sono avute, in tale ipotesi il
reddito societario venendo diminuito fittiziamente, con conseguente
evasione. Nel caso delle riserve occulte, qualora si siano formate
omettendo d' indicare attivita' effettivamente conseguite o
iscrivendosi passivita' inesistenti, non potra' essere escluso il
reato, le riserve occulte essendo anzi il corpo stesso del reato.
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| art. 2621 c.c.
art. 23 Cost.
art. 25 Cost.
d.p.r. 23 gennaio 1973, n. 43
art. 56 comma 3 lett. A d.p.r. 29 settembre 1973, n. 600
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