| L' A. descrive diffusamente il sistema legale dei consigli d' azienda
distinguendo le nozioni di azienda, impresa, datore di lavoro ed
esaminando inoltre gli strumenti di partecipazione (contratti
collettivi aziendali, accordi aziendali, forme di organizzazione
aziendale) e le forme di rappresentanza dei lavoratori negli organi
della societa'. Dopo questa ampia premessa, l' A. pone in luce la
crisi delle idee originarie connesse con l' istituzione del sistema
legale dei consigli d' azienda e le attuali tendenze evolutive. L'
attenzione si concentra in misura sempre piu' accentuata sulla
rappresentanza dei lavoratori nei consigli di sorveglianza. Ma
esistono ostacoli obiettivi: uno dei principali problemi e'
costituito dalla suddivisione del personale in operai e impiegati,
con i conseguenti problemi di rappresentanza. Questione ancor piu'
grave e' quella riguardante i limiti d' ammissibilita' della
conclusione di accordi aziendali. Resta poi il fatto che le persone
chiamate ad attuare forme di partecipazione non hanno la necessaria
preparazione professionale. Infine, fra i lavoratori e' diffusa l'
opinione che la partecipazione debba essere limitata alle questioni
sociali e del personale mentre la gestione dell' impresa
riguarderebbe soltanto l' imprenditore. Il sistema austriaco,
conclude l' A., non sembra esportabile, trattandosi di un' esperienza
unica, caratterizzata da rigorosa separazione tra la rappresentanza
aziendale degli interessi dei lavoratori e dei sindacati, con
contestuale forte intreccio personale e reale.
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