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15391
IDG791301093
79.13.01093 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
orlando federico
dibattito tra le forze politiche sulla riforma elettorale. il fantasma della "legge truffa"
Avanti, an. 6 (1979), fasc. 97 (1 maggio), pag. 3
d04301; d0213
(Sommario: evocando il boicottaggio del '53, il pci si oppone oggi a una modifica della "proporzionale". necessita' di una maggioranza di seggi in parlamento al partito con la maggioranza relativa alle urne, per dare al governo una funzione "autonoma")
il 7 giugno 1953 gli italiani si batterono pro o contro la legge maggioritaria: la legge non passo'. pompeo biondi osservo' che nulla e' piu' rischioso dello sfasamento tra una politica e le possibilita' degli uomini che la attuano. ne resta fuori il governo. il naufragio della politica di unita' nazionale, scrive l' a., ha messo in evidenza l' ingovernabilita' del paese, ma il discorso sulla riforma istituzionale ed elettorale non nasce dal fallimento della politica di unita'; e' un discorso congenito al nostro dibattito politico, perche' congenito e' il male al quale si riferisce. l' italia e' l' unico paese democratico che non si decide a restaurare la struttura "monarchica" del potere. solo quest' anno si comincia a parlare di riforma costituzionale ed elettorale; restano contrari i comunisti, che giocano sulla ingovernabilita' del paese senza il loro sostegno. ma la correzione e' necessaria. per l. pellicani il problema del governo di legislatura deve essere risolto con la clausola tedesca, che tra l' altro imporrebbe finalmente l' aggregazione dei partiti minori. secondo a. lombardo, invece, la riforma elettorale e' mitologia politica: piu' utile parlare della riforma istituzionale. particolare importanza acquista, a parere di barbera, il ceto medio: di qui l' esigenza di muovere verso il centro, ma ne va di mezzo l' egemonia della classe operaia.
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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