| Partendo dall' esperienza dell' Opus Dei, di cui descrive brevemente
la storia e l' organizzazione interna, l' A. espone la nuova figura
canonica delle prelature personali. Mentre le chiese particolari
hanno la caratteristica di costituire strutture giurisdizionali
pienamente autonome, governate da un vescovo diocesano, le prelature
personali realizzano il loro compito specifico nell' ambito delle
chiese particolari, per svolgere compiti pastorali concreti e
specifici, al servizio della Chiesa universale e anche delle chiese
locali. Esse hanno struttura non associativa, ma gerarchica, si
reggono con legge particolare pontificia e i loro statuti sono
concessi direttamente dalla Santa Sede. Quanto alla composizione,
esse devono constare necessariamente di sacerdoti del clero secolare,
ma possono anche comprendere fedeli laici e per cio' che riguarda le
relazioni delle prelature con le chiese locali, il can. 297
stabilisce che esse siano regolate dalla Santa Sede, attraverso le
leggi particolari attribuite a ciascuna prelatura. Nella conclusione
del lavoro, l' A. mostra come tali principi abbiano trovato la loro
prima concreta applicazione storica a beneficio dell' Opus Dei.
| |